labbrodinovisad Posted May 6, 2024 Posted May 6, 2024 Nel giorno del commovente tributo a Sven-Göran Eriksson, la Sampdoria e il calcio intero piangono il suo successore. César Luis Menotti è mancato oggi in Argentina all’età di 85 anni. Nell’estate del 1997 fu proprio lui, nato a Rosario il 5 novembre del ’38, a sostituire lo svedese sulla panchina blucerchiata ma il suo cammino a Genova non fu altrettanto fortunato. Già commissario tecnico dell’Albiceleste campione del mondo nel ’78 e presentato in grande stile in una calda notte al Palasport della Foce, el Flaco Menotti pagò infatti un avvio di stagione altalenante e l’eliminazione dalla Coppa UEFA per mano dell’Athletic di Bilbao, venendo esonerato dopo sole otto giornate di campionato. Alla famiglia le più sentite condoglianze da parte della società. Quote
labbrodinovisad Posted May 6, 2024 Author Posted May 6, 2024 Nonostante la parentesi da noi sia stata sfortunata , una leggenda del calcio mondiale Quote
frenk7 Posted May 6, 2024 Posted May 6, 2024 Il primo a vincere un mondiale con l Argentina... Un grande a sentire le testimonianze di guardiola e maradona... Da noi solo 3 mesi, una parentesi nn fortunata... Ricordo una partita con la Juve, dove segnò il primo gol morales e dovevamo vincere x 4 a 0 per le occasioni create, poi la pareggiammo x un 'uscita maldestra di ferron...forse fu l unica partita buona, insieme a quella con il Vicenza inaugurale con gol del cobra tovalieri alla fine... Ciao flaco riposa in pace Quote
volalozar Posted May 6, 2024 Posted May 6, 2024 per quanto non fummo fortunati abbiamo avuto in panchina una leggenda🙏 Quote
labbrodinovisad Posted May 7, 2024 Author Posted May 7, 2024 così Enrico Mantovani su Repubblica: SCELTA – «La scelta di Menotti? I suoi predecessori erano stati Boskov ed Eriksson, abbiamo cercato un tecnico che potesse avere quel livello di conoscenza, di stima e di esperienza. Eravamo abituati bene.» ALTERNATIVE – «Erano due quelle principali: Claudio Ranieri e Falcao. Il primo, come Menotti, era già nei pensieri di mio padre e questo aspetto influì, pur non essendo certamente decisivo.» PRIMO INCONTRO – «Avvenne a Barcellona, a casa di mio fratello, dopo esserci sentiti telefonicamente. I contatti furono fondamentali perché credevo nella specializzazione dei ruoli e, malgrado Luis fosse un tecnico della vecchia guardia, aveva già un preparatore atletico e dei portieri. Era al passo con i tempi.» IMPRESSIONI – «Non posso immaginare un presidente che potesse non scegliere Menotti dopo avergli parlato per qualche ora. Aveva un carisma pazzesco, che poi esercitava sui giocatori.» STILE – «Aveva grandi idee, ed era molto severo. Un episodio? Moreno Mannini aveva chiesto di ritardare mezz’ora l’inizio della giornata, perché così avrebbe potuto rispettare meglio l’orario, e Luis rispose che bastava alzarsi prima. In campo voleva una squadra alta, con tanta qualità, con marcatura a zona ed un approccio moderno.» MOTIVAZIONE – «A Genova si è intristito: era un uomo da grande città, che amava vivere anche la notte. A distanza di tempo, devo ammettere che non avevo valutato nel modo giusto questo aspetto. Con il club o con i giocatori, però, non aveva problemi.» MENOTTI E VERON – «Discussioni con Veron? Juan ebbe un paio di rimproveri, Menotti e il suo procuratore non andavano molto d’accordo, ma si trattava di fantasie. Luis voleva stimolare la professionalità di Veron, gli raccontava di come Maradona si addormentasse con il pallone. Considerando la lunga carriera che ha avuto Juan non escludo che quei rimproveri possano averlo aiutato a crescere, a capire quando poteva divertirsi e quando, invece, doveva essere un professionista.» ADDIO – «Avevamo trovato subito un accordo con Menotti sull’addio: c’è stata la totale disponibilità ad aderire alle nostre condizioni. Non era dispiaciuto, l’impressione era che non aspettasse altro. Ci siamo lasciati bene. Convincere Boskov a tornare è stato facilissimo. Sono andato a Belgrado, ci siamo abbracciati e non è servito altro. Non abbiamo nemmeno parlato di soldi. Non doveva essere stravolto niente, conosceva molto bene l’ambiente, era una soluzione ideale e ha fatto molto bene.» ERIKSSON – «Un amico, anche dopo la fine della sua esperienza a Genova. Una giornata emotivamente importantissima per Sven. Lo ammetto, ho pensato a Luca e a mio padre, che non avevano avuto questa possibilità.» Quote
PotereBlucerchiato Posted May 7, 2024 Posted May 7, 2024 Il 6/5/2024 at 17:06, frenk7 dice: Il primo a vincere un mondiale con l Argentina... Un grande a sentire le testimonianze di guardiola e maradona... Da noi solo 3 mesi, una parentesi nn fortunata... Ricordo una partita con la Juve, dove segnò il primo gol morales e dovevamo vincere x 4 a 0 per le occasioni create, poi la pareggiammo x un 'uscita maldestra di ferron...forse fu l unica partita buona, insieme a quella con il Vicenza inaugurale con gol del cobra tovalieri alla fine... Ciao flaco riposa in pace Vincemmo anche a Bergamo 2a0 Quote
Marlin Posted May 7, 2024 Posted May 7, 2024 Sentite condoglianze e spero riposi in pace. Non gli e' andata bene quell'anno credo per distanze culturali importanti tra il mondo da cui proveniva e quello in cui arrivava. Non solo come qualcuno ha detto resta una leggenda di questo sport ma io di quella Samp ricordo ricordo anche sprazzi di gioco meraviglioso come per esempio la partita contro la Juve che qualcuno ha gia' ricordato Quote
tusciu Posted May 9, 2024 Posted May 9, 2024 C'ero in prima fila alla Foce alla presentazione della squadra e dell'allenatore. Ricordo bene quella filosofia di gioco (detta a mio modo)...più ti avvicini all'area avversaria più il rettangolo di gioco si "accorcia" e si "allarga" quindi diventa conveniente sviluppare il gioco lateralmente con fitti passaggi... Quote
Erreci Posted May 9, 2024 Posted May 9, 2024 1 ora fa, tusciu dice: quindi diventa conveniente sviluppare il gioco lateralmente con fitti passaggi... che è poi il gioco attuale di alcuni top team europei Quote
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