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RM Ct


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A me fa specie vederlo CT dopo il suo (non) rapporto con la nazionale con 0 presenze zero a un mondiale...(e una sola convocazione su 5 possibilità dal 1982 al 1998) e sole 36 presenze e 4 reti totali...incredibile per un giocatore come lui.

A volte il calcio e la vita, sono strani.

Tuttavia,spiace,ma non tiferò per lui.

Modificato da PotereBlucerchiato
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Io oltre a vedercelo bene, sono contento per lui.

E' un uomo di calcio, ha iniziato a frequentare coverciano a 14 anni, ha ottenuto buoni risultati, se lo merita.

Solo con la nostra maglia è stato trattato male. Spero si prenda una rivincita, anche se solo personale, nei confronti di tutti quelli che 30 anni fa non hanno avuto rispetto per lui e per noi.

 

mviass

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secondo me può far bene, ha la giusta esperienza anche internazionale

12 ore fa, PotereBlucerchiato dice:

A me fa specie vederlo CT dopo il suo (non) rapporto con la nazionale con 0 presenze zero a un mondiale...(e una sola convocazione su 5 possibilità dal 1982 al 1998) e sole 36 presenze e 4 reti totali...incredibile per un giocatore come lui.

A volte il calcio e la vita, sono strani.

Tuttavia,spiace,ma non tiferò per lui.

diciamo che c'era una concorrenza incredibile in quegli anni e nel suo ruolo c'era anche gente come baggio, zola, poi ha pagato anche il suo carattere ed il fatto che una certa stampa spingeva per le strisciate

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Infatti, durante la sua carriera da calciatore, il nuovo c.t. azzurro non ha mai avuto un rapporto idilliaco con la Nazionale, tra litigi eccellenti, sfoghi clamorosi e prestazioni scadenti. 

Il rapporto problematico di Mancini-calciatore con l'Italia inizia nel 1984, quando il fantasista di Jesi non ha ancora compiuto 20 anni. Sulla panchina della Nazionale siede Enzo Bearzot, un sergente di ferro che mal sopporta chi non rispetta le sue regole. Alla fine del campionato 1983/1984, l'Italia gioca due amichevoli in Nord America contro Canada e Stati Uniti: Mancini fa parte del gruppo e debutta colleziona i suoi primi minuti in azzurro entrando in entrambe le gare a inizio ripresa al posto di Giordano.

Sembra l'inizio di una bella storia, ma il rapporto tra Bearzot e Mancini non decolla. E si rompe definitivamente quando, a New York, il fantasista della Sampdoria scappa dal ritiro per farsi un giro tra i grattacieli di Manhattan. Cartellino rosso. "Mancini se n'era fregato non tanto di me come persona quanto della responsabilità che portavo", avrà modo di raccontare Bearzot nel suo testamento letterario "Il romanzo del Vecio" scritto da Gigi Garanzini. Chiudendo per sempre al ragazzo le porte dell'Italia.

Che si riaprono nel 1986 grazie al nuovo tecnico azzurro Azeglio Vicini, con cui Mancini gioca molto e bene nel biennio precedente in Under-21. Vicini lo stima e lo convoca per l'amichevole contro la Grecia, dove gioca uno scampolo di partita. Ma il ragazzo è una testa calda e nel gennaio 1987, dopo Atalanta-Sampdoria, dichiara ai giornalisti che "I tifosi, anziché picchiarsi tra loro, dovrebbero invadere il campo e suonarle a certi arbitri". Dichiarazioni che dovrebbero costargli la maglia azzurra in virtù delle norme di comportamento stabilite dal presidente della Figc, Franco Carraro. Ma Vicini lo difende e lo convoca per Euro 1988.

Qui, durante la partita contro la Germania Ovest, segna il suo primo gol in Nazionale e lo festeggia nel peggiore dei modi, esultando in modo polemico contro i giornalisti in tribuna stampa. Troppo anche per Vicini, che dopo la sconfitta in semifinale contro l'Urss lo toglie progressivamente dalla formazione titolare preferendogli il "Principe" Giannini. Durante i Mondiali di Italia '90, Mancini non gioca neppure un minuto. Avrà modo di prendersela anche con il c.t.: "Non è mai stato un cuor di leone".

Una battuta infelice seguita da altre frasi poco carine, come quella sulla finale contro l'Argentina ("Sarebbe bastato mettere Vierchowod su Maradona e tutto sarebbe cambiato: lo avrebbe visto anche un cieco, ma purtroppo non Vicini"). Il rapporto problematico con la Nazionale continua quando sulla panchina azzurra si siede Arrigo Sacchi. Mancini fa parte del gruppo ma non piace al "Vate di Fusignano" per la sua anarchia tattica. Nel 1994 dice addio alla Nazionale con un'ultima presenza contro la Germania in un'amichevole pre-mondiale.

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Anche io ce lo vedo bene: non è un maestro di calcio alla Sarri, Ventura o Giampaolo e per assurdo può permettersi di "fare mercato" ogni volta che fa le convocazioni (qualità limitata, certo).

Poi io tifo la Nazionale, quindi il fatto che uno che si venderebbe la madre abbia rinunciato a un sacco di soldi russi mi fa ben sperare sulle sue idee e motivazioni 

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2 ore fa, Gianla dice:

Anche io ce lo vedo bene: non è un maestro di calcio alla Sarri, Ventura o Giampaolo e per assurdo può permettersi di "fare mercato" ogni volta che fa le convocazioni (qualità limitata, certo).

Poi io tifo la Nazionale, quindi il fatto che uno che si venderebbe la madre abbia rinunciato a un sacco di soldi russi mi fa ben sperare sulle sue idee e motivazioni 

Per favore togli Ventura per me è in intruso nella lista...

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20 ore fa, labbrodinovisad dice:

 

l'articolo dice cose anche mezze vere, salvo tacere del fatto che all'epoca i migliori italiani giocavano nella Sampdoria, e la Nazionale l'hanno vista dal binacolo proprio in ragione di quello. Mancini compreso

 

 Verissimo. La Sampdoria è sempre stata negli anni d’oro una spina nel fianco verso TUTTA la stampa che fomentava per avere gli strisciati in nazionale nonostante i fatti sul campo dicessero che i blucerchiati erano superiori a tutti gli altri. La finale mondiale, e penso forse il titolo di campioni del mondo 1990 stesso, ce la siamo fatta sfuggire tra le dita proprio per l’evidente cocciutaggine di non schierare il miglior stopper di tutti i tempi: lo zar . Mancio avrà una caterva di difetti, ma su questo punto ha detto la sacrosanta verità.

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47 minuti fa, Solosampnelcuore dice:

 Verissimo. La Sampdoria è sempre stata negli anni d’oro una spina nel fianco verso TUTTA la stampa che fomentava per avere gli strisciati in nazionale nonostante i fatti sul campo dicessero che i blucerchiati erano superiori a tutti gli altri. La finale mondiale, e penso forse il titolo di campioni del mondo 1990 stesso, ce la siamo fatta sfuggire tra le dita proprio per l’evidente cocciutaggine di non schierare il miglior stopper di tutti i tempi: lo zar . Mancio avrà una caterva di difetti, ma su questo punto ha detto la sacrosanta verità.

Ed io avrei anche da dire sul fatto che giocasse Pagliuca e non Zenga. Mi si può obiettare che Vicini il gruppo se l'era portato dall'under 21 e comprendeva Ferri e Zenga (ma allora anche Vialli e Mancini)

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