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Showing content with the highest reputation on 07/03/2019 in Risposte

  1. Fútbol e dittatura. Questo è lo scenario in Argentina nel giugno del 1978, mentre si giocano i Campionati del Mondo raccontati nello spettacolo Tango del calcio di rigore, in scena al Teatro Modena di Genova fino a domenica 10 marzo. L’attore genovese Ugo Dighero – sul palcoscenico con Neri Marcoré, Rosanna Naddeo, Fabrizio Costella e Alessandro Pizzutto – ci racconta tra serio e faceto come «il calcio sia stato in quel momento storico uno strumento di regime del generale Jorge Rafael Videla». Doriano. Il calcio però per Dighero vuol dire soprattutto Sampdoria. «Mio padre era genoano, fu mio cugino invece a trasmettermi la passione per i colori blucerchiati – ricorda -. L’amicizia con altri due grandi doriani come Maurizio Crozza e Massimo Olcese ha contribuito a farmi diventare tifoso a tutti gli effetti. Recentemente sono tornato allo stadio in veste di commentatore per Quelli che il calcio e sono stato contento di aver portato fortuna. Cosa mi aspetto dal futuro? Una Samp bella e vincente». (Sampdoria.it)
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  2. Che faccia tosta...prima la regala e poi non la ricompra per soli 150-170 milioni 5 anni dopo... Meno male perché chiunque è meglio di Garrone...che pensa solo allo stile,ma non compra giocatori... Forse mi sono confuso?
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  3. Ops prevedo suicidi di massa e ricoveri in psichiatria: parla Edoardo Garrone «È sicuro che io non so nulla e secondo me la cordata non esiste, in ogni caso io non c’entro e non intendo farlo in futuro. Il capitolo Sampdoria per la nostra famiglia si è chiuso cinque anni fa e in questo periodo il mondo del calcio è radicalmente cambiato. La Samp è una società sana, non entro nel merito di certi atteggiamenti di Massimo Ferrero che hanno fatto arrabbiare i tifosi, ma la suagestione è stata ed è positiva sotto tutti gli aspetti, perciò dico di stare attenti ai facili entusiasmi. Non necessariamente gli investitori finanziari sono meglio di un proprietario che arriva dal mondo dell’impresa o delle professioni»
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  4. allora sull'inno non si discute "Le tagliatelle di Nonna Pina"
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  5. DORIA DORIA DORIA DORIA DORIA
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  6. L'Ajax è una gran bella squadra e da sempre fucina di buoni e buonissimi giocatori. Quello che è riuscita a fare in questo turno di champions , e non è detto che non riesca pure a fare ancora meglio, dimostra che i nomi , i top player lasciano il tempo che trovano. Dimostra che anche "campando" di plus-valenze , perchè questo l'Ajax fa da anni, si possono ottenere grandi risultati. Quando vi dico che prima o poi la rigiochiamo la finale di Champions........
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  7. comunque, "l’unico evento di nota rimasto nella vita dei tifosi genovesi"... parlate per voi, figgi da Iole
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  8. Questa volta la squadra che ha vinto 13 volte la CL ha preso 4 pere in casa e ha subito per la seconda volta una lezione di calcio L' ajax per certi versi è simile al modo di affrontare le partite da Giampaolo: contro chiunque si giochi modulo e credo tattico è sempre lo stesso, sia in casa che fuori. Poi magari ne perdi 5 di fila o spacchi il culo ai passeri ma la tua identità è chiara e nota e ti contraddistingue W AIACE ETTORE VAFFANCULO PARIDE MERDA
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  9. Ma belin ma ci rendiamo conto ? Tutto sto casino, tutta sta mobilitazione contro Ferrero, che sfrutta la Samp, che non la rispetta , che non c'ha una lira, per convincerlo a vendere ad un fondo con mille mila miliardi a disposizione che prenderebbe la Samp per farla campare di plusvalenze. Però rispettandoci , quello si e senza maMco cambiare l'inno. Ma andate a fanculo và.....
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  10. Siamo allergici ai cambiamenti I simboli anche nostri sono sempre cambiati negli anni e sono sicuro che nessuno lo avrebbe voluto. Ultimamente tante squadre stanno facendo cose del genere. Quando capiterà a noi ci lamenteremo, ci ricorderemo a vicenda di quanto era bello lo stemma vecchio e i nostri figli e nipoti si tatueranno quello nuovo. Poi si, anche a me piace quello di adesso e non lo cambierei
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  11. Segnalo, da Repubblica MADRID (SPAGNA) - "Niente più partite al lunedì". L'annuncio arriva da Luis Rubiales, presidente della Federcalcio spagnola. "A partire dalla prossima stagione, la Liga si giocherà al sabato e alla domenica. Vediamo cosa fare per i venerdì, se si arriva a un accordo che va bene per tutti. Gli affari sono importanti ma contano più i tifosi", le parole del messaggio affidato a Twitter dal numero uno della federazione calcio iberica, sensibile alle tante proteste sui posticipi del lunedì che potrebbero essere ricollocati alle 14 di domenica. Tebas: ''Problemi nei posticipi al lunedì, cambieremo'' Questo annuncio arriva un giorno dopo le considerazioni del presidente della Liga, Javier Tebas, che si è soffermato sugli orari delle partite, in particolare proprio sui posticipi del lunedì che varie lamentele stanno suscitando da qualche settimana a questa parte, lasciando intendere la possibilità di ripensare a tale programmazione e che coinvolga tutti i team del massimo campionato spagnolo. "Mi preoccupa il fatto che la gente protesta, non mi importa se nei miei confronti o verso qualcun altro. Ho annunciato che da giugno, nella prossima stagione, per gli incontri si può avere un'altra finestra, la domenica alle ore 14.00 e non il lunedì, collocazione che sta creando problemi perché non può essere utilizzata per i club che disputano competizioni europee. Siamo sensibili a questo tema e abbiamo aperto quella finestra, ci saranno di sicuro alcuni cambiamenti per la prossima stagione", ha detto Tebas ai giornalisti.
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